Nei giorni scorsi ricevo sulla mia casella di posta personale una newsletter (alla quale non mi sono mai iscritto) da parte di un certo “Movimento Libere Discipline Bio Naturali”.
Il regime forfetario, introdotto dalla Legge di stabilità 2015 e modificato dalla Legge di stabilità 2016, ha sostituito i regimi agevolati preesistenti ed è diventato il regime naturale per tutte le persone fisiche che svolgono o iniziano un’attività d’impresa, di arte/professione, e che possiedono determinati requisiti.
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Grazie alle misure inserite dal Governo Renzi, nella precedente Legge di Stabilità, è stato introdotto l’aumento della soglia dei ricavi per accedere al regime che modifica i requisiti all’articolo 9 legge di Stabilità 2015.
Sì della commissione Bilancio al Senato all’emendamento che introduce l’equo compenso.
La legge di stabilità 2015 ha introdotto il nuovo regime forfetario, destinato agli operatori economici di ridotte dimensioni.
Che succede se il professionista non emette la fattura perché ha inteso eseguire gratuitamente la prestazione professionale?
Il Governo prova a cambiare il volto al fisco di professionisti e imprese. Con l’obiettivo dichiarato a più riprese non solo di semplificare gli adempimenti per renderli più rapidi e soprattutto meno onerosi, ma anche con quello di sostenere la crescita delle partite Iva.
Formazione aderente ai bisogni, apprendimento trasparente e competenze riconoscibili; spendibilità delle qualificazioni in Italia e in Europa. E poi ancora proposte sulla formazione affidata alle regioni, una aliquota previdenziale “tollerabile”, l’uscita dall’Inps, e soprattutto la riduzione dell’imposizione fiscale.